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Oggi più che mai si parla di raccolta differenziata: se ne discute a scuola, nei comuni, in televisione, si dedicano podcast a questo argomento.
Eppure, nonostante l’argomento sia ormai familiare, la consapevolezza e la conoscenza delle corrette modalità di separazione dei rifiuti non sono ancora così diffuse come si potrebbe pensare.
La buona notizia è che, nonostante queste difficoltà, l’Italia è tra i leader europei nel riciclo, sia a livello urbano che industriale. Ma possiamo fare ancora di più, tutti insieme. Ecco perché, con questa guida, vogliamo fare chiarezza sugli errori più frequenti e fornire indicazioni semplici e pratiche per migliorare ogni giorno. Perché una raccolta differenziata efficace parte proprio dalle scelte quotidiane.
La raccolta differenziata è il processo attraverso cui separiamo i rifiuti in base al materiale di cui sono composti — plastica, carta, vetro, organico, metalli — per permetterne il corretto riciclo e ridurre l’impatto ambientale.
Quando commettiamo errori, come gettare un imballaggio sporco o di un materiale diverso nel contenitore della plastica, rischiamo di compromettere l’intero carico: basta poco perché un lotto venga considerato “non riciclabile” e quindi smaltito come indifferenziato. Questo spreco vanifica i nostri sforzi e quelli dell’intero sistema. Ma allora come fare la raccolta differenziata in modo corretto?
Ti sei mai chiesto se utilizzi correttamente i contenitori della raccolta differenziata in casa? Toglieremo ogni dubbio, analizzando i 10 errori che tutti abbiamo commesso almeno una volta.
Non sempre. I sacchetti biodegradabili compostabili, come quelli per frutta e verdura al supermercato, possono essere gettati nell’umido solo se certificati con la dicitura “compostabile” e la norma UNI EN 13432. Se manca questa indicazione, vanno buttati nell’indifferenziato, perché potrebbero contenere plastica tradizionale. Leggere l’etichetta è fondamentale.
La carta contaminata da cibo, olio o altri residui organici non può essere riciclata, perché compromette i processi industriali. Tovaglioli unti, contenitori da asporto sporchi o cartoni della pizza macchiati vanno nell’indifferenziato, mentre solo la carta pulita e asciutta può essere conferita nel contenitore della carta.
Dal 1° maggio 2012 anche piatti e bicchieri usa e getta in plastica fanno parte della raccolta degli imballaggi in plastica, insieme a bottiglie e contenitori. È, però, essenziale che siano ben svuotati da residui di cibo, per non compromettere la qualità del riciclo. Restano esclusi invece i prodotti riutilizzabili in plastica dura, come i piatti resistenti o le posate, che vanno conferiti nell’indifferenziato, poiché non rientrano nella categoria degli imballaggi riciclabili.
Dove si butta il polistirolo? Anche questo, va nella plastica.
Benché la tentazione sia di buttarli nel contenitore della carta, gli scontrini fiscali sono realizzati in carta termica, che contiene sostanze chimiche non compatibili con il riciclo della carta. Per questo vanno nell’indifferenziato. Solo la carta “normale”, come fogli, giornali e cartoncini, può essere riciclata.
Il vetro comune di bottiglie e barattoli, anche se rotto, può essere riciclato. Ma specchi, cristalli, ceramiche e Pyrex non vanno mai nel vetro, perché hanno composizioni diverse e possono danneggiare gli impianti. Questi materiali vanno nell’indifferenziato o portati all’ecocentro.
Quando possibile, sì. Se i materiali sono facilmente separabili (come un coperchio in alluminio su un vasetto di yogurt), meglio separarli e buttarli nei contenitori corretti. Se sono fusi insieme in modo inseparabile, vanno nel contenitore della plastica, salvo diverse indicazioni del proprio comune.
Solo se è pulito. Le parti del cartone non sporche (coperchio o aree senza residui) possono essere conferite nella carta. Le parti unte o con residui di cibo vanno nell’indifferenziato. Un trucco utile è separare le due parti del cartone e smaltirle in modo diverso.
Le capsule in bioplastica certificata compostabile possono essere gettate nell’umido insieme al caffè esausto, ma quelle in plastica o alluminio vanno smaltite separando le parti, se possibile, o consegnate negli appositi centri di raccolta. Meglio informarsi sul tipo di capsula in uso.
Assolutamente no. I piccoli elettrodomestici (come phon, tostapane, rasoi, frullatori) fanno parte dei RAEE e devono essere smaltiti in centri di raccolta specializzati. Alcuni negozi li ritirano gratuitamente anche senza obbligo di acquisto. Buttarli nell’indifferenziato è dannoso per l’ambiente e vietato. Stessa cosa vale anche per lo smaltimento delle lampadine.
No. I medicinali scaduti non vanno mai buttati nella spazzatura di casa. Vanno invece portati negli appositi contenitori presenti in farmacia o presso alcune strutture sanitarie. Anche i blister (le confezioni in plastica e alluminio) seguono la stessa regola. È un gesto semplice ma fondamentale per l’ambiente.
Per fare una raccolta differenziata davvero efficace, è importante ricordare che le regole generali, come quelle che abbiamo visto finora, possono variare da comune a comune.
In Italia, infatti, non esiste una legge nazionale unificata sulla raccolta differenziata, quindi ogni amministrazione può stabilire indicazioni diverse.
Fortunatamente, i colori dei contenitori della raccolta differenziata sono quasi sempre gli stessi:
Un altro consiglio utile è imparare a leggere i simboli della raccolta differenziata presenti sui prodotti, come il triangolo di frecce che si inseguono, che indica che l’imballaggio è riciclabile. Oggi, poi, è ancora più semplice grazie alla presenza di tante app per il riciclo che aiutano a dissipare ogni dubbio. Con un po’ di attenzione in più e conoscendo le regole della raccolta differenziata nel nostro comune, possiamo davvero ridurre il nostro impatto ambientale. Ogni gesto conta: la differenza la facciamo noi, ogni giorno.
25 luglio 2025 |