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L’ora legale porta effettivamente a un risparmio energetico. Spostando un’ora di luce naturale dal mattino alla sera, consente di ridurre l’uso dell’illuminazione artificiale durante le ore serali.
In Italia le stime di Terna parlano di un risparmio energetico nazionale nell’ordine di 330 milioni di kWh durante il periodo in cui è in vigore. In questo articolo analizzeremo come funziona l’ora legale, quali sono i dati reali, i suoi vantaggi e i falsi miti che la circondano.
L’ora legale è stata introdotta in via definitiva in Italia nel 1965. Da allora, il nostro Paese alterna due regimi orari che scandiscono in modo diverso le giornate nel corso dell’anno:
Uno dei principali scopi dell’ora legale è sempre stato il risparmio energetico e, in particolare, sfruttare meglio la luce del giorno per ridurre l’uso dell’ illuminazione artificiale nelle ore serali. Uno spostamento, questo, che consente di consumare meno energia elettrica, con un abbattimento dei costi e degli impatti ambientali.
L’ora legale porta con sé diversi vantaggi dal punto di vista dell’efficienza energetica, perché permette di sfruttare meglio la luce naturale e ridurre il ricorso all’energia elettrica.
Spostando un’ora di luce dal mattino alla sera, infatti, si ritarda il momento in cui è necessario accendere le luci artificiali nelle abitazioni, negli uffici e negli spazi pubblici. Ciò si traduce in un consumo minore di elettricità nelle ore serali, quando la richiesta di energia tende normalmente a salire.
Ma non solo, perché l’ora legale incide anche sui consumi legati al riscaldamento e al raffrescamento. In primavera, ad esempio, il prolungarsi della luce serale riduce la necessità di mantenere il riscaldamento domestico acceso fino a tardi, perché le temperature restano miti più a lungo. In estate, invece, avere luce naturale fino a sera può incentivare a trascorrere più tempo all’aperto, con un minore uso di climatizzatori e dispositivi elettronici in casa.
Un esempio concreto: durante le giornate di giugno o luglio, con il Sole che tramonta dopo le 21:00, molte famiglie riescono a rimandare di alcune ore l’accensione delle luci o del condizionatore. Su larga scala, questo comporta un beneficio reale in termini di consumo elettrico complessivo e, non meno importante, minori emissioni di CO2.
Per capire quanto si risparmia con l’ora legale è necessario andare ad analizzare alcuni dati concreti. Le stime più affidabili provengono da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale italiana e monitora i flussi e i consumi elettrici.
Secondo il comunicato del 2025, durante i sette mesi in cui è attiva l’ora legale in Italia, il risparmio stimato è pari a circa 330 milioni di kWh, con un beneficio economico complessivo di circa 100 milioni di euro per il sistema elettrico nazionale.
Nel 2024, invece, il risparmio era stato di 340 milioni di kWh, pari a oltre 75 milioni di euro in meno sulla bolletta energetica complessiva del Paese. Terna spiega che questo quantitativo di energia corrisponde al fabbisogno medio annuo di circa 130.000 famiglie italiane, un dato che aiuta a comprendere in modo concreto la portata dei benefici.
In prospettiva storica, c’è da dire che tra il 2004 e il 2024 l’adozione sistematica dell’ora legale ha consentito di risparmiare oltre 11,7 miliardi di kWh, con un vantaggio economico stimato di circa 2,2 miliardi di euro.
Spesso si ipotizza che il risparmio potrebbe variare tra Nord e Sud per via del clima, dell’intensità luminosa, delle abitudini abitative, ma attualmente non esistono dati ufficiali affidabili che confermino una differenza sistematica significativa tra regioni. Il dato nazionale rimane dunque una media e le variazioni locali dipendono da molti fattori (latitudine, clima, tipo d’edificio, orari di attività e modalità di consumo).
Negli ultimi anni l’efficacia dell’ora legale nel generare risparmi energetici è diventata meno evidente. I progressi tecnologici, come la diffusione delle lampadine LED e di elettrodomestici sempre più efficienti, hanno ridotto in modo significativo i consumi legati all’illuminazione, che era uno dei principali ambiti di risparmio.
Allo stesso tempo, i cambiamenti nelle abitudini quotidiane, come la crescita dello smart working, hanno modificato i momenti e i luoghi in cui si consuma energia. Se prima gran parte dei consumi avveniva negli uffici, oggi una quota maggiore si concentra nelle abitazioni durante il giorno.
Tutti questi fattori fanno sì che l’effetto dell’ora legale sull’efficienza energetica complessiva sia oggi meno marcato, per quanto i dati di Terna dimostrino comunque effettivi vantaggi sia dal punto di vista del risparmio, sia delle emissioni di CO2.
Negli ultimi anni diversi studi si sono concentrati sul tema di come l’ora legale possa influenzare i consumi energetici, in particolare per quanto riguarda l’uso dei condizionatori nelle regioni più calde.
L’idea alla base è semplice: spostando un’ora di luce verso la sera, si riduce l’illuminazione artificiale, ma allo stesso tempo le giornate più lunghe possono rendere necessario un maggiore uso dei climatizzatori, soprattutto nei pomeriggi e nelle serate più calde. Il bilancio, quindi, diventa una sorta di equilibrio tra risparmio sulle luci e aumento della domanda per il raffrescamento.
Nonostante queste possibili contropartite, i dati nazionali, come quelli forniti da Terna, continuano a mostrare che l’ora legale produce ancora un risparmio complessivo di energia significativo, con benefici economici concreti. È indubbio, però, che l’effetto finale vari molto in base a diversi fattori, come il clima locale, le abitudini di consumo, la tipologia e l’efficienza energetica degli edifici.
Non tutti i Paesi del mondo seguono l’alternanza tra ora solare e ora legale. Attualmente sono circa 70 i Paesi (tra cui quelli all’interno dell’UE e il Regno Unito) che adottano, almeno in parte, questo cambio durante l’anno, ma il numero può variare di anno in anno a causa di modifiche normative o dibattiti interni.
Tra i Paesi che hanno abolito l’ora legale troviamo, tra gli altri:
In alcuni casi, come la Russia, la decisione di abolire l’ora legale è stata motivata più da dubbi e perplessità sugli effetti sulla salute e sul ritmo biologico che da considerazioni legate al risparmio energetico.
In altri contesti, specialmente nei Paesi del Nord Europa, la necessità di prolungare le ore di luce serale è minore, dal momento che in estate il sole tramonta molto tardi. In questi contesti, l’ora legale potrebbe non portare benefici significativi o risultare perfino controproducente, ad esempio alterando i ritmi del sonno o l’organizzazione della giornata.
L’abolizione dell’ora legale in Italia è un tema ancora aperto e oggetto di dibattito.
Nel 2018, la Commissione Europea aveva proposto di eliminare il cambio stagionale tra ora solare e ora legale, lasciando a ciascun Paese la possibilità di scegliere un orario fisso. I Paesi membri, però, non riuscirono a trovare un accordo comune e l’arrivo della pandemia di Covid-19 ha di fatto sospeso qualsiasi decisione definitiva.
Le ragioni per cui si discute l’abolizione dell’ora legale riguardano principalmente il benessere e l’impatto sulla vita quotidiana. Diversi, infatti, sarebbero i possibili benefici:
D’altro canto, alcuni aspetti restano critici. L’ora legale continua a garantire un risparmio energetico concreto, come dimostrano i dati nazionali, e abolirla potrebbe far perdere i benefici legati a una migliore distribuzione della luce naturale durante le ore serali.
Seppur al momento non siano state prese decisioni definitive, la questione dell’ora legale in Italia resta aperta e continuerà a essere oggetto di discussione tra efficienza energetica, salute e abitudini quotidiane.
Sì, in media consente un risparmio energetico reale, anche se la quota effettiva per ogni famiglia varia a seconda delle abitudini e della zona geografica.
Per motivi legati al benessere, al sonno e ai ritmi biologici, e per eliminare le complicazioni legate al cambio d’orario.
No, dipende da fattori come il clima locale, le abitudini di consumo, l’efficienza energetica degli edifici e l’uso di illuminazione e climatizzazione.
L’ora legale continua a rappresentare uno strumento utile per ottimizzare i consumi energetici, anche se con limiti evidenti. Il risparmio derivante dall’ora legale è moderato ma reale, soprattutto se considerato a livello collettivo, e contribuisce a ridurre l’uso dell’illuminazione artificiale nelle ore serali.
Non andrebbe dimenticato, poi, che oggi è possibile ottimizzare l’impatto positivo dell’ora legale sul risparmio di energia grazie ad altre pratiche di efficienza energetica, come l’adozione di lampadine ed elettrodomestici efficienti, la gestione intelligente dei consumi e comportamenti sostenibili nella vita quotidiana.
18 dicembre 2025 |