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Come illuminare il bagno in modo corretto e risparmiare energia

Nel momento in cui ci si appresta a progettare un bagno si pensa dapprima alla disposizione dei sanitari, poi alla scelta delle piastrelle e in seguito all’acquisto dei mobili e dell’arredamento da bagno. Tuttavia, prima dell’inizio dei lavori – o anche quando questi sono già in corso – arriva il momento in cui bisogna confrontarsi con l’elettricista per decidere come posizionare le luci per illuminare l’ambiente.  

L’illuminazione del bagno non è un elemento sul quale solitamente si presta molta attenzione, ma soprattutto in un ambiente tendenzialmente piccolo, può cambiare diametralmente il risultato estetico finale, nonché il comfort di utilizzo. La scelta della giusta illuminazione – e quindi delle migliori tipologie di lampadario e di lampadine – è fondamentale per tutti gli ambienti, e diventa ancora più delicata nel caso di bagni particolarmente ristretti o di bagni ciechi, che non possono quindi godere in nessun caso della luce del sole. 

Certo, poter avere una finestra in bagno da cui far arrivare luce naturale durante tutta la giornata è la soluzione migliore per rendere l’ambiente più accogliente; ma si sa, quando si ha una stanza senza finestra, quella inevitabilmente sarà il bagno: vediamo quindi come gestire al meglio l'esigenza di luce – e della luce migliore – in questo come in altri casi!

Come illuminare il bagno: la disposizione dei punti luce

Nel corso degli anni le modalità di illuminazione del bagno sono cambiate e si sono evolute: un tempo si tendeva a ridurre al minimo i punti luce, affidandosi per esempio al tipico lampadario centrale, il quale però – soprattutto nei bagni più piccoli – non garantiva una buona illuminazione. Oggi, invece, è del tutto normale e anzi consigliato illuminare il bagno con le luci LED , una tecnologia che come sappiamo è piuttosto recente. La tendenza è quella di disporre diversi punti luce, a differenti livelli, e soprattutto gestibili in modo perfettamente autonomo. Ma dove posizionare lampade sospese, applique e faretti in bagno? Quanti punti luce impostare? Ebbene, scegliere non è facile, e non esistono regole uguali per tutti gli ambienti: in base alle dimensioni, alla disposizione dei sanitari, alla luce naturale, al colore delle piastrelle e via dicendo serviranno più o meno punti luce, di tipologie di volta in volta diverse.

Esiste una regola generale per la disposizione dei punti luce in bagno: non possono infatti mancare delle luci destinate ad illuminare lo specchio, così come si deve poter godere di una buona illuminazione anche la zona del lavabo (che può corrispondere con quella dello specchio). E ancora, una luce dedicata dovrebbe essere presente anche per la doccia o per la vasca. Soprattutto per quest’ultimo caso sarebbe bene optare per dei punti luce dimmerabili, ossia luci la cui intensità può essere regolata, anche tramite appositi telecomandi, rendendo l’illuminazione più o meno soffusa. può a. Si potrà così avere una doccia rilassante a luci soffuse o una doccia energizzante a piena luce. Da questi presupposti è possibile partire per mettere insieme le proprie idee per illuminare il bagno.

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Come illuminare un bagno piccolo

Affrontiamo un'esigenza decisamente comune come quella di dover disporre i punti luce in un bagno piccolo. Qui il minimo comune denominatore è quello di fornire all'ambiente due distinte fonti di luce, una mirata all'illuminazione dello specchio, l'altra all'illuminazione generale dell'intero bagno. Difficilmente, infatti, in un bagno piccolo sarà necessario prevedere anche una terza luce, dedicata alla sola doccia. Ma quali luci scegliere? Ebbene, se il lampadario a sospensione può essere talvolta la scelta giusta per illuminare un bagno di dimensioni medie o grandi, è nella maggior parte dei casi del tutto errata per i bagni più ridotti, andando a togliere respiro all'ambiente con la sua sola presenza decisamente ingombrante. Per motivi simili sono da evitare nei bagni piccoli anche i faretti disposti sui tipici binari; molto meglio optare invece per delle applique o per delle plafoniere. Si potrebbe prendere in seria considerazione di ottimizzare l'illuminazione complessiva andando a riflettere la luce sul soffitto del bagno. È, invece, da scartare l'idea delle lampade da terra, consigliate solo nel caso di bagni molto ampi.

 

Illuminare il bagno cieco: consigli e strategie

Dopo aver visto come illuminare il bagno piccolo, vediamo come illuminare il bagno cieco. L'obiettivo in questi casi è fornire all'ambiente una luce d'insieme che debba risultare il più possibile simile a quella naturale, così da non far sentire troppo la mancanza di una finestra sull'esterno. Per raggiungere questo obiettivo, il consiglio è quello di disporre i punti luce in modo da avere una luce generale omogenea, capace di rendere il bagno accogliente: i fari a incasso da disporre a livello del soffitto possono essere un primo punto di partenza, da perfezionare eventualmente con delle applique da parete con luci LED; per bagni più elaborati e con dimensioni non troppo ridotte può peraltro essere presa in considerazione anche l'idea delle luci da pavimento.

In ogni caso, l'obiettivo deve essere quello di avere l'illuminazione sufficiente: un bagno di 6 metri quadrati, per esempio, dovrà contare almeno 900 lumen, meglio ancora se 1.000 - 1.100.

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Illuminare il bagno con i LED

Qualsiasi sia la tipologia di luce scelta, dalla lampada da terra fino ai faretti, i LED sono ormai sicuramente la scelta più saggia da fare, anche grazie alla possibilità di scegliere lampadine smart che possano essere collegate con l’impianto domotico della casa. Le lampade LED sono molto versatili, ovvero possono emettere luci di colore diverso: in base al risultato voluto, si può scegliere tra luci bianche, e quindi fredde, o gialle, e quindi calde, oppure delle lampadine LED di tonalità intermedia. A prescindere dall'offerta luce scelta per l'elettricità della propria casa, permettono inoltre  di ridurre i consumi, e quindi di conseguenza i costi in bolletta. Queste lampadine – che sono compatibili con qualsiasi tipo di attacco – garantiscono infatti un'illuminazione superiore a fronte di un fabbisogno energetico minore. Il risparmio non c’è solo a livello di consumi, ma nell’acquisto della lampadina vera e propria: certo, le lampadine a fluorescenza costavano di meno, ma avevano anche una minor durata. Una lampadina LED è pronta a restare accesa per oltre 10.000 ore, a fronte delle vecchie lampadine che duravano in media poco più di 700 ore. Più resistenti agli urti, le lampadine LED non emettono raggi infrarossi né raggi ultravioletti, e non presentano traccia di mercurio. Va poi detto che non necessitano di nessun tempo di avvio, il che è perfetto per una stanza come il bagno – ancor più se cieco – che richiede un'illuminazione immediata.

Dai faretti alle applique, passando per le luci incassate dietro lo specchio, è possibile sfruttare la tecnologia LED in ogni punto luce del proprio bagno!

Quando si parla di illuminazione, oltre alla disposizione delle luci, è importante scegliere il giusto fornitore di energia elettrica. Acea Energia offre la possibilità di scegliere tra le soluzioni più adatte alle proprie esigenze ed inoltre con luce 100% Green l'energia elettrica fornita è attestata da "Garanzia d’Origine" ossia dalla certificazione elettronica che attesta l’origine rinnovabile delle fonti utilizzate per la produzione di energia elettrica.

18 febbraio 2022