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Economia Circolare: cos’è, principi e vantaggi

Modificare il modello di economia lineare che ha caratterizzato l’era industriale è diventato, oggi, un obiettivo da perseguire per contrastare i cambiamenti climatici. La risposta a questa necessità ha un nome: economia circolare, un sistema economico in grado di rigenerarsi garantendo la sua sostenibilità. Scopriamo cos’è la circular economy, quali sono i principi che governano questo sistema e i vantaggi che offre.

Che cos’è l’economia circolare

Cosa significa economia circolare? Con questa etichetta si circoscrive un modello di produzione e consumo che implica una serie di precise caratteristiche. Rientrano tra gli elementi principali della circular economy il riciclo, il riutilizzo, la riparazione, il ricondizionamento, il prestito e la condivisione di materiali e prodotti. L’economia circolare, dunque, trasforma e restituisce un nuovo ciclo di vita. L’obiettivo è quello di estendere la durata dei prodotti, riducendo così la produzione di rifiuti. Materiali e prodotti vengono così reinseriti nel ciclo economico, generando nuovo (e ulteriore) valore.

Ne consegue che il modello di economia circolare si pone in antitesi con quello tradizionale, fondato sul seguente schema: estrarre, produrre, utilizzare e gettare1. L’obiettivo che si pone la circular economy, viceversa, è quello di ridurre gli sprechi e sfruttare le risorse naturali.

 Economia circolare

Economia circolare: definizione e cenni storici

Prima di approfondire i principi della circular economy è utile fare un passo indietro. L’introduzione teorica di questo sistema risale già alla metà degli anni ’60 del XX secolo, ma solo nel ventunesimo ha cominciato ad essere concretamente applicato. Il primo paese che ha promosso l’economia circolare è stato, a partire dal 2006, la Cina, inserendo le linee guida di riferimento nel suo undicesimo piano quinquennale, uno strumento di politica economica che individua determinati obiettivi da raggiungere nei vari settori dell'economia del paese. La Ellen MacArthur Foundation, l’ente nato nel 2010 che ha definito l’opportunità economica di questo modello, definisce la circular economy: un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. “In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e tecnici, destinati a essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera”. I tre punti cardine dell’economia circolare sono: ridurre i consumi di materie prime, progettare prodotti con un ciclo di vita più lungo e infine riciclare. Adottare tali principi contribuisce a salvaguardare il pianeta, riducendo le emissioni di CO2.

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I principi fondamentali della Circular Economy

Le linee guida da seguire in ottica di economia circolare sono due:
 

  • Ridurre la quantità di rifiuti da gestire: questo obiettivo si può percorrere adottando misure preventive applicabili in sede di progettazione dei beni e durante l’intero processo produttivo. Per centrarlo occorre operare sugli scarti di lavorazione, rendendoli idonei alla commercializzazione anziché smaltendoli.
  • Prediligere procedimenti e trattamenti che evitino che un prodotto diventi rifiuto in breve tempo: allungare quindi il ciclo di vita utile, tramite riciclaggio e operazioni di recupero.

Tra i concetti chiave dell’economia circolare c’è quello di “ciclo chiuso”. Secondo questo principio un sistema economico deve funzionare come un organismo vivente, nel quale le sostanze nutrienti vengono elaborate e riutilizzate. Si tratta quindi di “salvare” tutto quello che buttiamo per reintrodurlo in cicli di produzione. Come in natura, dove nulla viene sprecato e ogni scarto diventa elemento nutriente di un altro organismo, lo stesso deve accadere nella produzione, dall’agricoltura all’industria, attraverso riciclo, riuso, gestione degli output produttivi e rigenerazione.

Chiarito che cosa è l’economia circolare, risulta più semplice cogliere il senso dei suoi cinque principi fondamentali:
 

  1. I rifiuti non esistono: tutti i materiali possono trasformarsi in un nuovo prodotto. I “nutrienti”, ossia i componenti biologici e tecnici di un prodotto, sono pensati con l’obiettivo di adattarsi all’interno di un ciclo dei materiali. Il risultato? Sfruttarli meglio e consumare meno.
  2. Condivisione di beni e proprietà: la sharing economy è quella che utilizza, in funzione delle sue necessità, beni e servizi condivisi. La circular economy è un’economia collaborativa che guarda a processi di scambio e condivisione di oggetti, prodotti e servizi per evitare che questi rimangano inutilizzati.
  3. Prodotto come servizio: leasing, rental e pay-for-use sono esempi concreti di questo principio. Con il risultato di ridurre la propria impronta ecologica e le emissioni inquinanti.
  4. Riciclo e riutilizzo: prodotti e materiali hanno un riutilizzo circolare all’interno del proprio ciclo di vita. L’economia circolare predilige e promuove il riciclo e l’adozione di strategie che permettono di mantenere più a lungo il valore dei prodotti. La rigenerazione dei prodotti serve a favorire l’utilizzo ottimale dei materiali e la loro distribuzione, per rigenerarne il valore, tra le parti in causa.
  5. Sostenibilità: l’economia circolare privilegia l’utilizzo di energie rinnovabili, come quelle provenienti dalle biomasse, e materiali ecosostenibili. L’obiettivo di mantenere il valore delle risorse viene perseguito creando un sistema che permetta riuso, riconversione e riciclo. Un esempio di economia circolare applicato all’energia rinnovabile sono gli impianti di cogenerazione, nei quali il calore generato per la produzione di energia elettrica è recuperato e riutilizzato per produrre energia termica.
 Economia circolare

Economia circolare: esempi e vantaggi

Riciclare la plastica per realizzare nuovi materiali, produrre tessuti con scarti di lavorazione e non solo. I modelli di economia circolare da portare ad esempio sono molti, ma lo scopo è uno soltanto: contribuire a ridurre la produzione di rifiuti. Compiere una graduale transizione verso la circular economy offre molti vantaggi. Nel febbraio del 2011 l’Europarlamento ha approvato un Piano d’Azione dell’Economia Circolare rivolto in questa direzione. Le attività poste sotto i riflettori sono proprio l’aumento dell’utilizzo di materiali circolari, il sostegno alla crescita economica e la riduzione dell’impronta dei consumi.

In questo modo le imprese potranno restare competitive e innovative, riducendo l’inquinamento ambientale. Impegnarsi per un uso consapevole delle risorse, affiancando il proprio operato a quello delle istituzioni, è un supporto importante per il nostro pianeta. Ridurre il consumo di plastica, preferire prodotti second hand o sostenibili, equivale a ridurre la propria impronta ecologica e le emissioni inquinanti.

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NOTE

1 Economia circolare: definizione, importanza e vantaggi
https://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/economy/20151201STO05603/economia-circolare-definizione-importanza-e-vantaggi

20 ottobre 2021