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Pesca sostenibile: che cosa è e come riconoscerla

Non tutti i pesci che troviamo in vendita sono pescati allo stesso modo. Le aziende più virtuose operanti nel settore della pesca adottano sistemi di pesca sostenibile, agiscono cioè nel rispetto degli stock ittici e si prodigano per la salvaguardia gli ecosistemi. I prodotti derivanti da una pesca "green" si possono riconoscere per la presenza di apposite certificazioni di sostenibilità, che vengono rilasciate da associazioni indipendenti specializzate nel settore. La più diffusa è la Marine Stewardship Council, MSC. Ma vediamo nello specifico cos’è la pesca sostenibile, quali sono i metodi più diffusi e cosa vuol dire pesca sostenibile certificata Msc.  

Pesca sostenibile: significato

Rispettare l’ecosistema marino, proteggerne la biodiversità (come previsto da uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile) e lasciare in mare abbastanza pesci da permettere alla specie di riprodursi: ecco cosa significa pesca sostenibile. In termini più semplici vuol dire “prelevare dal mare solo ciò che serve” e usare soltanto “attrezzi artigianali a basso impatto sull’ambiente e la fauna marina”. Insieme al concetto di vertical farm (che si occupa di ridurre al minimo lo sfruttamento del suolo) è una pratica fondamentale per uno sviluppo sostenibile attento all’ambiente e rispettoso delle specie che abitano il nostro pianeta.
La pesca sostenibile è la risposta necessaria all’industrializzazione eccessiva del settore, che negli anni ha portato ad uno sfruttamento delle risorse ittiche, complice il bisogno di rispondere a una domanda crescente, senza rispettare i naturali ritmi di un ecosistema e con il conseguente impoverimento delle risorse marine. Pratiche di pesca spesso illegali, non regolamentate o non sostenibili, come quelle che ad esempio causano la cattura accidentale anche di specie non desiderate (non oggetto di pesca), sono una delle maggiori criticità del mondo della pesca. E non è un caso che in concomitanza con la Giornata mondiale dell’ambiente il 5 giugno, sia stata istituita anche una “Giornata internazionale contro la pesca illegale”.

Come riconoscere una pesca sostenibile?

A contraddistinguerla sono i seguenti principi:

  • usare tecniche di pesca selettive, poco invasive e a basso impatto ambientale;
  • zero sprechi: evitare la cattura di pesci diversi da quelli di interesse commerciale; 
  • pescare solo nelle zone e nei periodi in cui è consentito, cercando di rispettare l’equilibrio tra prelievo e ripopolamento: se l’animale pescato è troppo piccolo, meglio ributtarlo in mare, perché bisogna dare ai pesci il tempo di crescere e riprodursi.

I metodi di pesca sostenibile

Sono sostenibili i metodi meno invasivi, che consentono di pescare in maniera responsabile e attenta alla sopravvivenza della fauna marina.

Ecco alcune tra le tecniche più utilizzate.

  • La canna, usata soprattutto per pescare tonni e merluzzi, è il metodo più selettivo. Il pesce pescato con la canna rimane integro e non subisce danni.
  • La rete da posta: ne fa largo uso la pesca sostenibile nel Mediterraneo. È composta da un’unica rete (imbrocco) o da tre reti sovrapposte (tremaglio). Si usa per catturare pesci di fondo come le seppie, i cefali o le sogliole.
  • La nassa, una specie di gabbia a forma di imbuto munita di esca all’interna. Viene calata in acqua a mano ed è una delle tecniche più antiche, che consente di liberare vivi i pesci catturati accidentalmente. 
  • Il palangaro di fondo, una delle pratiche più selettive che mira alla cattura di pesci che vivono sul fondale.
Pesca sostenibile

Certificazione pesca sostenibile

Cresce in Italia e nel mondo il numero delle aziende che ricorrono sempre di più a sistemi di pesca green. Per distinguere un prodotto proveniente da pesca sostenibile, basta affidarsi ad alcuni sistemi di certificazione come l’Msc (Marine Stewardship Council), un’organizzazione internazionale che rilascia la principale certificazione del settore.

Sono tre gli standard che secondo l’MSC una pesca sostenibile deve rispettare per definirsi tale:

  • lasciare in mare abbastanza pesci in modo che la specie possa riprodursi e l’attività di pesca possa proseguire nel tempo;
  • pescare in modo da ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente e sull’intero ecosistema;
  • gestire la pesca responsabilmente, nel pieno rispetto delle normative vigenti.

Il sistema è aperto a tutte le aziende di pesca e a quelle che trasformano e commercializzano i prodotti ittici, di cui sono tenute a garantire la tracciabilità delle materie prime. Per ottenere la certificazione (che ha una validità di 5 anni) ciascuna azienda viene sottoposta a un processo di valutazione, al termine del quale se l’esito è positivo, verrà certificata Msc.  
Pescare in maniera sostenibile non solo fa bene alla salute dei nostri mari e degli ecosistemi marini, ma vuol dire anche assicurare che le comunità locali dipendenti dal settore della pesca abbiano i giusti mezzi di sussistenza.

Qual è il pesce sostenibile

La provenienza (la zona di pesca o di allevamento), la stagionalità, la grandezza del pesce (la taglia ne indica l’età) e la presenza di certificazioni come quella Msc: sono tutti elementi utili per riconoscere quando quello che stiamo comprando è un pesce sostenibile. Lo sono in generale tutti quelli che non appartengono alle specie a rischio (pesce spada, salmone, tonno rosso, merluzzo, gambero tropicale, aragosta, astice) come acciughe, cefali, trote, sgombro e così via.

Ma negli ultimi anni, grazie agli sforzi congiunti per mettere fine al suo prelievo intensivo e indiscriminato dai mari, è possibile parlare anche di pesca sostenibile del tonno: la certificazione Msc riguarda ormai il 30% delle catture***. Un risultato ottenuto nell’arco di cinque anni, dal 2014 al 2019, durante i quali il numero dei principali stock di tonno sottoposte a pesca eccessiva, sono passati da tredici a cinque.

La pesca sostenibile in Italia

A che punto è la pesca sostenibile nel nostro paese? In un intervento sul magazine greenplanner.it* Silvio Greco, il direttore della sede romana e calabrese della stazione zoologica Anthon Dohrn, spiega come “la prima pesca sostenibile nei mari italiani è la pesca della Feluca nello stretto di Messina. Cioè la pesca delle imbarcazioni che catturano il pesce spada. Quella è una pesca selettiva e quindi sostenibile, perché il pescatore vede l’obiettivo della sua caccia e infiocina il pesce che vuole”.   
Secondo l’ultimo report pubblicato da Msc**, in Italia la pesca sostenibile piace sempre più ai consumatori: il volume di prodotti ittici certificati Msc nel 2021 sarebbe aumentato del 30% rispetto all’anno precedente. L’80% di questi proviene dal comparto dei surgelati, mentre le conserve ittiche costituiscono il 10%; per quanto riguarda il mercato del fresco.

Pesca sostenibile

Pesca sostenibile: cosa possiamo fare

Salvaguardare i nostri mari a partire da piccoli accorgimenti: ognuno di noi può fare qualcosa, basta seguire alcune semplici regole e modificare le nostre abitudini di consumo.

  • Acquistare solo pesce di stagione e possibilmente vicino al luogo di vendita. Pesci disponibili tutto l’anno provengono con ogni probabilità da allevamenti intensivi.
  • Consultare le etichette che ci danno molte informazioni sulla grandezza, la provenienza e le tecniche di pesca utilizzate.
  • Scegliere solo pesce proveniente da pesca sostenibile, meglio se certificato Msc.
  • Riscoprire specie dimenticate, che sono quelle meno richieste dal mercato ittico e quindi meno soggette a catture intensive.

Da consumatore attento puoi lasciarti guidare inoltre dalle buone pratiche, selezionate da alcune associazioni come Greenpeace, per una pesca sostenibile: forme di consumo solidale che sfruttano ad esempio alcune applicazioni da scaricare sul proprio smartphone e che permettono alle comunità di piccoli pescatori di proporre e vendere in tempo reale il pesce appena pescato. Oppure l’iniziativa “Tonno in trappola”: prima di mettere la tua scatoletta nel carrello puoi controllare quanto è sostenibile consultando la classifica messa a disposizione su 11 marchi di tonno più diffusi sugli scaffali dei nostri supermercati.
Il WWF non è da meno: con il progetto FishForward in 11 Stati membri dell’Unione Europea promuove da anni un consumo di prodotti ittici più ecologico, sociale e sostenibile.

 

NOTE

* Green Planner | Pesca sostenibile: usi e abusi 
** MSC | La pandemia non ferma la corsa alla sostenibiltà
*** MSC | Guida al tonno sostenibile

27 luglio 2022