Il piano cottura a induzione è un elettrodomestico che permette di cuocere i cibi senza l’uso della fiamma, e quindi del gas, ma attraverso la corrente elettrica. Questa soluzione è sempre più diffusa nelle cucine italiane perché permette di abbinare alla praticità della pulizia anche la sicurezza derivante dall’assenza della fiamma, che riduce sensibilmente il pericolo di incidenti. Tuttavia i consumi delle piastre a induzione sono il vero tallone d’Achille di questa tecnologia, risultando tra i “contro” di un eventuale acquisto. Scopriamo perché e quali sono in media i consumi di un piano cottura a induzione e come effettuare una scelta consapevole e volta a ridurre i costi in bolletta rispettando l’ambiente.
La piastra a induzione è pensata per rendere la cucina sostenibile, permettendo col suo funzionamento di dire addio al gas. Ha lo stesso utilizzo di un piano cottura tradizionale, ma al contrario di quest’ultimo non necessita di gas per funzionare, essendo alimentata da energia elettrica. Il meccanismo di funzionamento non è affatto complicato.
Nel momento in cui si accende un fornello della piastra ad induzione, l’energia viene trasmessa a una bobina coperta da un materiale in vetroceramica. Le bobine, alimentate dall’energia elettrica, generano un campo magnetico che viene trasferito direttamente a pentole e padelle, riuscendo così a riscaldarle. Riconoscendo la presenza della pentola, il piano cottura a induzione si attiva quando questa è poggiata sul piano. Il calore si trasferisce dunque dalla piastra alla pentola, senza bisogno della fiamma a gas. La regolazione della temperatura avviene, come nelle cucine tradizionali, tramite pulsanti o manopole.
È importante sottolineare che sulle piastre ad induzione si devono utilizzare pentole e padelle adatte a questo tipo di cottura. Per poter funzionare con un piano ad induzione, pentole e padelle devono avere un fondo ferroso: materiali come ghisa, acciaio, acciaio smaltato e acciaio inox sono idonei, mentre alluminio, rame, ottone, vetro, ceramica e porcellana no. Per essere sicuri che la pentola o la padella sia adatta alla cottura a induzione, basta consultare il cartellino di accompagnamento: se è presente un simbolo simile ad una serpentina, si potrà utilizzare senza problemi.
Per quanto riguarda l’aspetto, la piastra a induzione è diversa dal piano cottura tradizionale: si presenta come uno strato piano e uniforme in vetroceramica, sul quale è possibile appoggiare pentole o padelle idonee per la cottura o il riscaldamento degli alimenti. Rispetto al classico piano cottura, è molto più semplice da pulire e garantisce, grazie a un piano completamente liscio, una maggiore stabilità delle pentole.
Dati struttura e funzionamento, il piano a induzione non comporta rischi legati alle perdite di gas ed è sicuro se si hanno bambini in casa, in quanto la parte esterna alla zona di cottura rimane sempre fredda. In questo modo non si corrono neppure rischi di combustione o carbonizzazione dei cibi o dei liquidi accidentalmente caduti sul piano. La distribuzione del calore, inoltre, risulta essere omogenea, rendendo uniforme anche la cottura dei cibi. Gli elementi riscaldano molto più velocemente rispetto ad ogni altra tecnologia, per un vantaggio cronometrico che si assesta nell’ordine di cinque minuti per portare ad ebollizione 6 litri di acqua. In termini di risparmio, quali sono invece i vantaggi della piastra a induzione sui consumi?
Chi sceglie di affidarsi ai fornelli a induzione ha l’obiettivo di ridurre i consumi del gas, potendo così tagliare le spese e contribuendo a ridurre le emissioni di CO2. Questa soluzione è particolarmente indicata per chi dispone di un impianto fotovoltaico e per chi, sul mercato libero, ha optato per offerte con energia completamente rinnovabile. Ma quali sono per i fornelli a induzione i consumi?
La variabile principale, in tal senso, è rappresentata dalla potenza elettrica. Non va dimenticato che sul mercato esistono piastre a induzione che ottimizzano automaticamente i consumi energetici, facendo in modo che la quantità di energia assorbita soddisfi le necessità della cottura, riducendo così gli sprechi inutili. Si stima che un piano a induzione abbia un’efficienza energetica del 90% (contro il 40-50% dei piani cottura tradizionali) per quanto riguarda il complesso elettronico formato da alimentatore, circuiti di controllo, oscillatore, bobina, ventola di raffreddamento e transistor di potenza, ovvero gli elementi necessari a convertire l’energia elettrica in campo magnetico oscillante.
A fronte del rapporto tra piastra a induzione e consumi elettrici, va detto che potrebbe essere utile richiedere un incremento della potenza disponibile, portando il contratto con il proprio fornitore dai 3 kW iniziali fino a 4,5 o 6 kW.
La distinzione importante da fare riguarda consumi e costi: per i fornelli a induzione i consumi risultano inferiori se paragonati a quelli di una cucina a gas. Di contro il costo del gas è inferiore a quello dell’energia elettrica. Proprio per questo è il rendimento energetico, stimato nel 90%, a fare la vera differenza al netto di consumi e costi. I vantaggi di una piastra a induzione, quindi, si massimizzano in presenza di una buona tariffa dell’energia elettrica e alla corretta gestione dei consumi (ad esempio evitando le cotture al massimo della potenza).
Per quanto riguarda i consumi in Wh/kg si trovano riportati sui libretti d’uso degli apparecchi o sui siti dei produttori, sebbene non sia in vigore l’obbligo di indicarli. Le aziende costruttrici, infatti, sono tenute soltanto a dichiarare la conformità al Regolamento 66/2014, che determina un consumo inferiore al limite massimo obbligatorio di 200 Wh/kg. I valori dichiarati in media si attestano sui 170-180 Wh/kg per i fornelli a induzione e in 180/199 Wh/kg per gli altri ripiani di cottura elettrici in vetroceramica, che comprendono sia quelli a irraggiamento infrarosso che quelli a riscaldamento del ripiano con resistenza.
Abbiamo parlato di piastre elettriche a induzione e consumi. Abbiamo sottolineato come i tempi di cottura di una piastra a induzione siano notevolmente inferiori rispetto a quelli di un piano cottura a gas, ma come si traduce questa osservazione in termini di consumi? È davvero più conveniente dei classici fornelli a gas e agli altri tipi di piano cottura?
I fornelli a induzione hanno un rendimento alto, in quanto il calore ottenuto è in tutto e per tutto equiparabile a quello degli altri tipi di piano, ma viene ottenuto con un consumo di energia inferiore. Semplificando all’eccesso la stima, però, a parità di quantità (in kWh) di calore annuo, con un’efficienza del 50% per il gas e del 90% per l’induzione, si avrà una spesa di circa un terzo superiore se si scelgono i fornelli a induzione.
La convenienza, fermandosi soltanto ai consumi, non c’è. Tuttavia affidarsi a un piano a induzione si rivela intelligente ed economico se abbinato a una pompa di calore elettrica per il riscaldamento, in quanto questa combinazione permette di staccarsi completamente dal gas e considerando che il servizio di fornitura ha comunque un costo fisso.
Finora ad aver limitato la diffusione dei piani cottura a induzione è stata la potenza elettrica assorbita dalle bobine, che costringono a richiedere l’aumento dei classici 3 kW. Ma i vantaggi dei piani cottura a induzione restano tanti.
Riepilogando, il piano cottura ad induzione è ad oggi quello più efficiente e con meno dispersioni, con un rendimento che arriva al 90%. Le cucine a induzione consumano meno di quelle tradizionali e sono un gran vantaggio se si dispone già di un impianto fotovoltaico. Ma, come abbiamo visto, per massimizzare i benefici di una cucina a induzione è importante disporre anche di una tariffa vantaggiosa dell’energia elettrica.
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